Sogno
- Belisario Righi
- 20 mag 2024
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 12 mar
POESIA DI BELISARIO RIGHI

Il sogno - Dipinto di Henri Rousseau - 1910
SOGNO
Sulla mia strada,
grano dorato,
messi ondeggianti
vengono verso me.
Dove vado non so,
ma vedo una città.
Inospitali rovine
di millenarie Arti,
da furia marziale
incenerite, scorgo
e lontano fuggo.
Una barca fendendo
il mare Nostro
e quello di Atlante
a Salvador m’approda.
Il Pelourinho
formicolante e vivo
nel suo chiasso m’ingoia.
Divino nettare,
è il maragujà
che la cabloca m'offre,
e i suoi profondi occhi,
di selvaggia Ebe
carezzevoli
feriscono il mio sguardo.
Mi sento innamorato,
ma amor non chiedo,
e ali spiegate,
magico, volo via
verso il monte innevato
dove il condor ha nido.
Dall’alte cime andine
i picchi guardan me
e io lor da giù.
Vecchia amicizia
c'è nei nostri sguardi.
Da sempre
amico son del monte,
del suo giganteggiar,
che inerme,
titano buono e tollerante,
tutto pazientemente accetta.
Lascia brucar le greggi,
si fa calpestare,
si fa bagnar di pioggia,
soffoca le folgori.
Silenzio e pace
nella sua maestà.
Fermarmi io vorrei,
ma improvviso rumor
dilegua il sogno.
Alla realtà ritorno,
e privo di magia
un nuovo giorno è qui.
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