Sogno
- Belisario Righi
- 20 mag 2024
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 29 mag
POESIA DI BELISARIO RIGHI

SOGNO
Sulla mia strada,
grano dorato,
messi ondeggianti
vengono verso me.
Dove vado non so,
ma vedo una città.
Inospitali rovine
di millenarie Arti,
da furia marziale
incenerite, scorgo
e lontano fuggo.
Una barca fendendo
il mare Nostro
e quello di Atlante
a Salvador m’approda.
Il Pelourinho
formicolante e vivo
nel suo chiasso m’ingoia.
Divino nettare,
è il maragujà
che la cabloca m'offre,
e i suoi profondi occhi,
di selvaggia Ebe
carezzevoli
feriscono il mio sguardo.
Mi sento innamorato,
ma amor non chiedo,
e ali spiegate,
magico, volo via
verso il monte innevato
dove il condor ha nido.
Dall’alte cime andine
i picchi guardan me
e io lor da giù.
Vecchia amicizia
c'è nei nostri sguardi.
Da sempre
amico son del monte,
del suo giganteggiar,
che inerme,
titano buono e tollerante,
tutto pazientemente accetta.
Lascia brucar le greggi,
si fa calpestare,
si fa bagnar di pioggia,
soffoca le folgori.
Silenzio e pace
nella sua maestà.
Fermarmi io vorrei,
ma improvviso rumor
dilegua il sogno.
Alla realtà ritorno,
e privo di magia
un nuovo giorno è qui.
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