Buio a mezzogiorno | Arthur Koestler
- Belisario Righi
- 6 mag 2022
- Tempo di lettura: 4 min
DI BELISARIO RIGHI

RECENSIONE
Buio a mezzogiorno, pubblicato nel 1940, di Arthur Koestler è un'analisi necessaria e imprescindibile della Repressione Stalinista.
Leggendo Buio a mezzogiorno si è calati in un mondo dominato dalla cieca violenza e dalla manipolazione politica, in un contesto storico che delinea i caratteri della repressione, dell'ingiustizia e della disumanizzazione dei governi totalitari, nella fattispecie del regime stalinista.
Il romanzo è una rappresentazione potente della disillusione e della fragilità umana all'interno di un contesto oppressivo, e della maniera in cui l’idealismo possa trasformarsi in un incubo, allorché ci si trovi a confronto con il potere assoluto e la manipolazione della verità.
La storia narra di Rubashov, un ex rivoluzionario che paradossalmente si ritrova prigioniero in un sistema politico e ideologico che, un tempo, egli stesso considerò l'unico accettabile e perseguibile, tanto da trasformarsi da fervente sostenitore del regime a vittima della stessa ideologia.
Koestler riesce a ritrarre con maestria il conflitto interiore di Rubashov, evidenziando come nell'era di Josif Stalin il dissenso politico veniva brutalmente soppresso, in tal senso, creando una testimonianza non solo di un'epoca storica, ma anche di una condizione umana universale.
Koestler, nel contesto narrativo, inserisce implicazioni filosofiche e morali. La lotta interiore di Rubashov contro le proprie convinzioni e il suo conseguente scoramento di fronte alla realtà del regime pongono interrogativi fondamentali sulla libertà, la giustizia e la moralità.
Le descrizioni fredde delle torture psicologiche e fisiche inflitte ai prigionieri politici offrono un'immagine, tanto cruda quanto realistica, dei meccanismi di controllo che dominano le società totalitarie dove l'individualità è relegata a mera funzione del potere centrale e il concetto di verità è distorto fino a diventare strumento di oppressione.
Koestler ci ricorda come in molte democrazie la deriva assolutista conduca a mettere in discussione i valori fondanti dei diritti umani, e la paura, l’ignoranza, la propaganda siano le potenti armi con cui detenere il potere.
Buio a mezzogiorno è molto più di una semplice narrazione storica, è un appello alla consapevolezza e all'impegno collettivo, un invito a mantenere viva la memoria di coloro che hanno subito in silenzio e a combattere contro la cultura dell'oblio che spesso sembra prevalere.
Le sue pagine inducono a mettere in atto un’indagine critica sul nostro rapporto con il potere che troppe volte svilisce il significato della dignità umana, pertanto la storia di Rubashov non è soltanto la cronaca di un’epoca passata, ma è soprattutto una lezione fondamentale, affinché non si dimentichi mai che la libertà e la dignità umana devono essere costantemente difese e promosse.
Solo attraverso la comprensione profonda della storia e delle sue ripercussioni possiamo costruire delle fondamenta solide per una società più giusta e libera.
NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE
Arthur Koestler è stato uno scrittore, giornalista, saggista, filosofo e parapsicologo ungherese naturalizzato britannico. Teorizzò l'olarchia, da cui discende la teoria sociale di olocrazia.
Arthur Koestler (Artúr Kösztler) nacque il 5 settembre 1905 a Budapest, all'epoca parte dell'Impero austro-ungarico, da una famiglia ebraica ashkenazita, figlio di Henrik Kösztler, un commerciante ungherese originario di Miskolc, e di Adele Jeiteles, una donna boema originaria di Praga, ma cresciuta in Austria. Nei primi anni venti, si trasferì con la famiglia a Vienna, dove nel 1922 si iscrisse alla facoltà di ingegneria del Politecnico. Nell'ambiente universitario aderì alla confraternita sionista. Tuttavia, quando l'attività commerciale di suo padre fallì fu costretto a ritirarsi poiché la famiglia non poté più permettersi di pagare la retta.
Nel 1926, abbandonò quindi l'Europa ed emigrò con i primi coloni sionisti in Palestina, al tempo un protettorato britannico, ove lavorò, sfruttando le competenze degli studi universitari mai completati, come assistente ingegnere in una fabbrica. Assunto da un giornale tedesco, divenne inviato da Gerusalemme, per poi trasferirsi in Germania, dove assunse la carica di co-direttore del Berliner Zeitung am Mittag, iscrivendosi successivamente al Partito Comunista di Germania.
Nel 1934 si rifugiò in Francia, a Parigi, per sfuggire alle persecuzioni razziali naziste. Continuò la sua attività di giornalista indipendente, denunciando sempre il pericolo costituito dal regime nazista.
Nel 1935 sposò Dorothy Ascher.
Inviato in Spagna per seguire gli sviluppi della guerra civile spagnola, venne catturato e condannato a morte dall'esercito franchista. L'intervento della diplomazia britannica gli salvò la vita.
Nel 1939 tornato in Francia , decise di abbandonare il partito comunista, di cui abiurò l'ideologia a seguito delle grandi purghe e deportazioni staliniane.
Lo stesso anno pubblicò il romanzo I gladiatori.
Scrisse Buio a mezzogiorno, il cui protagonista è un uomo del Partito Bolscevico sovietico che cade vittima del sistema di persecuzione di cui egli stesso aveva fatto parte. Il romanzo gli provocò l'ostilità di numerosi intellettuali di sinistra vicini al partito comunista; come conseguenza, lo scrittore cadde in una forte depressione che lo spinse a tentare il suicidio.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale le autorità della Francia occupata lo internarono per qualche mese a Le Vernet. Liberato, si arruolò nella Legione Straniera per sfuggire alla deportazione sotto il regime collaborazionista della Repubblica di Vichy, governata dal generale Pétain, riuscendo in tal modo a raggiungere Londra, dove si stabilì definitivamente, prendendo anche la cittadinanza britannica.
Arrivo e partenza è il suo terzo romanzo, pubblicato nel 1943 e nel 1946 dette alle stampe Ladri della notte, romanzo che racconta l'epopea dei coloni ebraici in Palestina tra il 1937 e il 1939.
Il 1950 è l'anno del suo secondo matrimonio con Mamaine Paget.
Nel 1951 avviene la pubblicazione del suo ultimo romanzo L'età del desiderio.
Nel secondo dopoguerra, su posizioni decisamente anticomuniste, continuò l'attività di polemista, e di scrittore con la tragicommedia Le squillo nel 1972.
Fu anche insignito dell'Ordine dell'Impero Britannico. Nel 1983 Koestler, affetto dal morbo di Parkinson e dalla leucemia, si suicidò insieme alla terza moglie Cynthia, sposata nel 1965.
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