Manhattan 1964
- Belisario Righi
- 13 mar 2021
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 11 mar
DI BELISARIO RIGHI
Manhattan - Acquaforte di Salvador Dalì - 1964
Manhattan 1964, acquaforte di Salvador Dalì in terra di Siena e nero. E’ un omaggio alla città di New York che viene interpretata dal Maestro nella sua più intrinseca consistenza.
Veduta di Manhattan
Dal disegno, ogni cosa che non appartenga all’immaginario collettivo viene esclusa e rappresentata concettualmente.
L’andamento longilineo della penisola, è simbolicamente indicato nei due gruppi di linee parallele, convergenti verso l’alto; la terra circostante s'identifica in una landa desolata che assume l’aspetto sferico della superficie terrestre, increspata qua e là dalle onde del mare.
Dalì in quest’opera vuole significare la natura particolare di questa strana città, la cui bellezza, come Milan Kundera ebbe a dire, è inintenzionale. Una città sorta senza intenzione da parte dell’uomo, simile a una grotta di stalagmiti, nella quale forme in sé brutte si trovano per caso senza un preciso piano progettuale, in ambienti così incredibili, che di colpo brillano di una poesia magica.
Nel 1964, Dalì pubblicò il suo Diario di un genio.
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